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lunedì 5 maggio 2014

MANGUSTA: il test fatto in Croazia

Salve a tutti,

sono appena tornato da un viaggio di 12 giorni in Croazia. Per essere precisi, mia moglie ed io abbiamo visitato l’isola di Krk. Krk è l’isola più grande dell’Adriatico (406 km2); a parte alcuni piccoli paesi e minuscoli villaggi, dove vive la popolazione isolana di 20.000 abitanti, è largamente deserta, con ampie aree disabitate.


Gli obbiettivi di questo viaggio erano visitare alcune della aree più “selvagge” dell’isola, e fare un test completo del prototipo del Mangusta.

Cominciamo dall'inizio. Lasciamo casa in una soleggiata mattina

ed arriviamo a Krk in un altrettanto soleggiato pomeriggio


Il giorno successivo viene subito dedicato ad una escursione, naturalmente il Mangusta è con me



Il primo test è veramente semplice: fare un bastone da hiking 
cosa che ho fatto con un bel ramo di ginepro, senza difficoltà.

Quando ho disegnato il Mangusta, una delle caratteristiche che volevo era che fosse compatto, si da stare in una borsa o un marsupio. E’ inutile infatti avere un coltello survival se alla fine per ragioni di peso e dimensioni non lo porti sempre con te


Durante il viaggio a Krk ho usato il Mangusta come strumento quotidiano, anche per preparare il cibo


Bene, uno dei classici compiti di un coltello da sopravvivenza è dividere grossi pezzi di legna per ricavarne di piccolo. Questo è necessario quando ad esempio vogliamo fare un fuoco e la legna piccolo è bagnata, oppure per ricavare pezzi di legno con cui poi realizzare utensili. Il Mangusta sembra nato per questo, la sua lama da 5 mm di spessore penetra e allarga le fibre del legno senza difficoltà, la struttura solida e massiccia del coltello nel suo insieme non da preoccupazioni di sorta, spacco una decina di pezzi come questi















Un altro classico compito: realizzare dei trucioli. Questo è un compito utile per l’accensione di un fuoco da campo, i trucioli se sono sottili e asciutti prendono fuoco molto facilmente. Io non sono il migliore del mondo in questa tecnica, comunque il Mangusta risolve brillantemente la situazione












Il giorno successivo è piovoso e freddo, ho il tempo di prendere un po’ di foto dettagliate della lama per vedere se I lavori del giorno prima hanno lasciato traccia sul filo. Non ci sono danni, ad esclusione di due piccolissime piegature del filo dove ho impattato con una roccia




Porto il Mangusta in un bosco e lo uso per tagliare un ramo del diametro di circa 6 cm, usando un altro ramo per fare batoning. Uso la stessa tecnica per abbattere un alberello, ne ho bisogno per realizzare una lancia di emergenza, come farei se mi trovassi in una situazione di sopravvivenza lungo una costa marina. Forse sono io, o forse sono semplicemente sfortunato, ma in un’ora non ho visto neanche una preda degna di questo nome, ad esempio un polpo (sarebbe meglio cercarlo di notte); comunque questo è l’uso che farei della lancia che ho realizzato...e va bene, cerchiamo un cibo di emergenza più semplice da individuare



















La parte successiva del viaggio è dedicate alla parte sud dell’isola, che è molto diversa dal nord. Qui abbiamo avuto sia tempo soleggiato che non...



Faccio una comparativa tra il Mangusta ed uno dei migliori coltelli che ho, il Lemminkainen, sempre disegnato da me e realizzato dal maker finlandese S. Honkilahtti


























Il Lemminkainen ha migliori doti di taglio. Non dico che il Mangusta non tagli bene e che non sia possibile fare lavori come questo senza problemi, tutt’altro. E’ solo che il Lemminkainen è il miglior “cutter” che abbia provato, è difficile batterlo. La realizzazione di trucioli con il Mangusta mi lascia soddisfatto. Come ho già detto non sono il migliore del mondo in questo compito, ma il Mangusta è buono a sufficienza da farmi fare dei bei trucioli. Proviamo anche la barretta di ferrocerio, bene, il Mangusta produce molte scintille.

I giorni passano…decidiamo di fare una lunga escursione in una delle parti più remote dell’isola. L’area dove arriviamo dopo alcune ore di cammino è molto bella, siamo completamente soli, e lo saremo per tutto il giorno






















Appendice: ieri siamo andati sul Piave, ed ho provato ancora il Mangusta































Dopo le varie prove, durate 12 giorni, ero curioso di esaminare a fondo il coltello. Non ho mai lavato né riaffilato il Mangusta in questo periodo



























Conclusioni: il Mangusta ha dato prova, a mio parere, di essere un ottimo coltello da sopravvivenza. Lo ho portato ai miei limiti e ne sono soddisfatto; intendo dire che è robusto, affidabile, versatile, compatto, comodo, sicuro, efficiente, ha tutte le qualità che cerco in un coltello da sopravvivenza. In più, ha un livello di finiture e di lavorazioni di altissimo livello, forse non è questa la cosa essenziale, ma certo male non fa. Sulla bellezza o meno del coltello non mi pronuncio, a me piace (io l’ho disegnato), ma questo è un aspetto che risente dei gusti personali di ognuno. A me piacciono molto i coltelli con cui posso intagliare al meglio il legno; il Mangusta non è efficiente in questo come alcuni puukko ad esempio; riducendo lo spessore lama a 4 mm raggiungeremmo il top in questo campo, ma perderemmo un po’ in robustezza…come al solito, si tratta di trovare il giusto compromesso. In conclusione, il Mangusta per me è un eccellente coltello survival, al livello dei migliori da me provati in passato (Bayley, Mitchell, Wood…) in termini di efficienza, e superiore agli stessi in termini di lavorazioni e finiture. Sarei lieto di affidare la mia vita a questo coltello.

Mi scuso per la lunghezza del 3D.


Saluti, Alfredo





2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Bel report Alfredo, belle foto, e bel prodottino il mangusta !
    non so come ma ho cancellato il mio commento precedente

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