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martedì 27 maggio 2014

Extrema Ratio RAO II: la “Cosa”

Salve a tutti,


qualche tempo fa ho ricevuto l’Extrema Ratio RAO II, che ho testato per alcuni giorni. Prime impressioni: come il suo predecessore (il RAO), anche il RAO II non conquista per bellezza o armonia delle forme. Siamo di fronte ad un utensile, non ad un’opera d’arte: non mi “innamorerò” mai di un coltello così. Tuttavia apprezzo alcune cose: il coraggio del design, originale e a suo tempo innovativo, le precise lavorazioni CNC, la qualità dei trattamenti, la cura dei dettagli. Il RAO II non è bello né aggraziato, tuttavia esprime potenza e qualità…

…sapete chi mi ricorda? Mi ricorda Ben Grimm detto “la Cosa” dei Fantastici 4, uno dei miei personaggi Marvel preferiti.

Come detto, il RAO II è l’evoluzione del “vecchio” RAO che conosciamo da qualche anno. Le differenze sono essenzialmente due: la punta, che sul RAO II ha una forma drop-point al posto della punta squadrata del vecchio RAO, e l’impugnatura, che sul RAO II è stata migliorata smussando ulteriormente gli spigoli e gli angoli



Le specifiche del RAO II:
Acciaio: inox N690Co (58HRC)
Trattamento Lama: Testudo MIL-C-13924
Manicatura: anticorodal
Lunghezza lama: 115mm
Spessore della lama: 6.3mm
Lunghezza chiuso: 142mm
Lunghezza totale: 262mm
Peso: 330g (senza fodero)
Chiusura: front lock modificato - perno di sicurezza filettato
Fodero: in Nylon con attacchi M.O.L.L.E. adatto sia per il coltello chiuso che aperto
Accessori: affilatore al diamante

La dotazione e il fodero sono rimasti gli stessi del RAO. Insieme al fodero, troviamo un affilatore da campo. Entrambi sono ben realizzati come da tradizione ER:  il fodero è robusto, ben cucito, fatto con materiali di qualità, è ovviamente molto comoda la doppia possibilità di porto (con coltello aperto o chiuso), e si apprezza la possibilità di utilizzare il sistema M.O.L.L.E.; l’affilatore da campo è un’utile accessorio, che diventa indispensabile per le trasferte in cui si usa molto il coltello e si rende necessario ripristinare il filo





Il RAO II è un coltello pieghevole grande e molto robusto. Con il RAO II è possibile (anzi, viene voglia di) effettuare lavori pesanti, che in genere con un coltello pieghevole non si farebbero. Ad esempio ho tagliato questo alberello morto, secco e duro come il ferro, facendo chopping, in circa due minuti: Il RAO II non ha fatto una piega, anche se il numero di colpi richiesto è stato alto sia perché non imprimevo una grande forza preferendo far lavorare la massa del coltello, sia perché il legno era molto tenace. A chi volesse fare lo stesso consiglio di indossare un paio di guanti, è vero che l’impugnatura è più confortevole rispetto a quella del vecchio RAO, tuttavia si tratta sempre di guancette in alluminio piuttosto squadrate, non il meglio per le dita ed in particolare per il mignolo

Sempre facendo chopping ho poi tagliato dallo stesso alberello morto questo robusto segmento lungo circa 1 metro, pulendolo e facendo una tozza punta ad un’estremità. Ho realizzato così un “digging stick”, un attrezzo per scavare nel terreno e trovare radici, tuberi, larve, acqua, cosa che ho fatto senza problemi


Il terzo impegno per il RAO II è stato tagliare un segmento dell’albero tramite la tecnica del batoning: in questo caso come sapete si usa un batocchio per colpire con forza il dorso lama, tranciando le fibre del legno con la parte affilata. Anche qui, nonostante le botte che ho impresso e la tenacia del legno da tagliare, nessun problema. Il RAO II ha svolto fedelmente il lavoro, pur non essendo un laser (ha una lama spessa ben 6,3mm)

Ovviamente ero curioso di provare la nuova punta del RAO II. Ho preso un pezzo di legno duro e stagionato e l’ho bucato, facendo movimenti semicircolari con la punta del coltello in verticale. Non mi sono preoccupato di andarci leggero, ci ho messo tutta la forza: la punta del RAO è tozza e robusta, quindi ero piuttosto sicuro che il rischio di una rottura fosse basso. Infatti, anche qui tutto ok, e devo dire che non ci è voluto molto per realizzare alcuni fori netti e profondi nel legno


Altro compito: fare trucioli per innescare un fuoco, e provare come funziona una barretta di ferrocerio con il RAO II. Come per tutti i coltelli di grosse dimensioni e soprattutto con lama spessa, il modo migliore per fare trucioli da un pezzo di legno è tenere fermo il coltello e muovere il legno, tirandolo verso di sé. Io ho simulato la situazione peggiore, in cui non avevo nessun supporto, quindi ho semplicemente piantato la punta del coltello in terra; ovviamente su un tronco caduto o un ceppo sarebbe stato più semplice. In questo modo comunque si fanno trucioli piuttosto sottili, adatti ad essere accesi senza gran fatica: io ho usato come innesco un fazzoletto di carta che avevo in tasca, accendendolo con un’unica passata della barretta di ferrocerio. Va segnalato che la barretta sprigiona nessuna o pochissime scintille se passata sul dorso del coltello, compresa la godronatura dello stesso, mentre sprigiona moltissime scintille se passata, come ho fatto io, sul taglio…non la cosa migliore da fare per la salute del filo, ma a mali estremi… Mi permetto comunque di consigliare ad ER di realizzare sul dorso del coltello un’area apposita per l’uso del firesteel, non dovrebbe essere difficile modificando la parte distale della godronatura




Come se la cava il RAO II nell’intaglio del legno? Come dicevo non è una spada laser dato lo spessore della lama e le geometrie, e d’altronde non aspira ad esserlo, puntando soprattutto sulla robustezza e sulla tenacia. Comunque:  non è difficile eseguire lavori di intaglio con il RAO II, magari non saranno capolavori di raffinatezza, ma gli strumenti che si ottengono funzionano, e tanto basta. Io come spesso faccio ho realizzato qualche picchetto, dato che in questo modo posso apprezzare le capacità del coltello in vari settori, facendo la punta, arrotondando, tagliando in verticale, asportando il legno: nessun problema anche in questo caso, il RAO II esegue tutto


Ho detto che il RAO II punta molto sulla robustezza e la tenacia. Dopo i compiti eseguiti ci si aspetterebbe forse, da un coltello pieghevole, un minimo di gioco della lama, o qualche segno di cedimento del filo. Devo dire sinceramente che il RAO II non ha presentato nessuno di questi problemi: nessun gioco, nessun cedimento del filo




 In questo video, trovate tutte le prove descritte sopra:

 A questo punto, le conclusioni per me sono piuttosto chiare. Il RAO II è, a mio parere, una riuscita evoluzione del RAO che ben conosciamo
I punti di forza di questo coltello sono la robustezza veramente notevole per un pieghevole, l’ottima qualità delle lavorazioni, e le prestazioni generali. Impressiona positivamente anche il fodero, bello e ben realizzato. Il RAO II mi da l’impressione di un compagno forte e fedele, un “bruttone” burbero ed affidabile, spigoloso se volete ma buon compagno di avventura. L’ho detto, che mi ricorda la “Cosa” del quartetto Marvel…Come Ben Grimm anche il RAO II ha qualche difetto: l’impugnatura, pur migliorata, non è il massimo del comfort a mani nude, e poi vorrei poter utilizzare la barretta di ferrocerio sul dorso lama e non sul filo. Inoltre, l’ho detto più volte, non aspettatevi un rasoio, perché il RAO II non lo è. Ciò detto, il RAO II mantiene le promesse: è un buon coltello “da campo”, con il quale è possibile effettuare tante attività utili/indispensabili in escursione. Chi cerca una valida alternativa “Made in Italy” ad un coltello a lama fissa, troverà nel RAO II un valido alleato.

Saluti,
Alfredo Doricchi  

venerdì 9 maggio 2014

MANGUSTA test: lancia, buchi nel legno, scalino, coltello da lancio

Ciao a tutti, 

ieri ho continuato i test sul prototipo del Mangusta. 

L'ho montato su un bastone e l'ho piantato in un tronco molte volte con la massima forza, come se mi dovessi difendere da un grosso animale, poi ho scagliato la lancia varie volte contro il tronco stesso. Nessun danno. 


Ho smontato il coltello dal bastone e l'ho usato come un punteruolo, per levare la spessa corteccia dell'albero e praticare un grosso foro nel tronco. Ho fatto leve e torsioni con la massima forza possibile. Nessun danno. 

Ho piantato il coltello trasversalmente in un tronco per circa 4 cm, ad un'altezza di circa 40 cm da terra, e ci sono salito sopra come se fosse uno scalino (il mio peso è 108 kg). Nessun danno. 

Infine ho usato il Mangusta come coltello da lancio, tirandolo contro un tronco da circa 2 metri (solo poche volte sono riuscito ad infiggerlo, le altre volte il coltello non è arrivato di punta ed è rimbalzato sul tronco) Nessun danno. 

Qui il video, spero che vi interessi. 

Ciao, 
Alfredo 

Nota: gli alberi usati sono destinati all'abbattimento. 



lunedì 5 maggio 2014

MANGUSTA: il test fatto in Croazia

Salve a tutti,

sono appena tornato da un viaggio di 12 giorni in Croazia. Per essere precisi, mia moglie ed io abbiamo visitato l’isola di Krk. Krk è l’isola più grande dell’Adriatico (406 km2); a parte alcuni piccoli paesi e minuscoli villaggi, dove vive la popolazione isolana di 20.000 abitanti, è largamente deserta, con ampie aree disabitate.


Gli obbiettivi di questo viaggio erano visitare alcune della aree più “selvagge” dell’isola, e fare un test completo del prototipo del Mangusta.

Cominciamo dall'inizio. Lasciamo casa in una soleggiata mattina

ed arriviamo a Krk in un altrettanto soleggiato pomeriggio


Il giorno successivo viene subito dedicato ad una escursione, naturalmente il Mangusta è con me



Il primo test è veramente semplice: fare un bastone da hiking 
cosa che ho fatto con un bel ramo di ginepro, senza difficoltà.

Quando ho disegnato il Mangusta, una delle caratteristiche che volevo era che fosse compatto, si da stare in una borsa o un marsupio. E’ inutile infatti avere un coltello survival se alla fine per ragioni di peso e dimensioni non lo porti sempre con te


Durante il viaggio a Krk ho usato il Mangusta come strumento quotidiano, anche per preparare il cibo


Bene, uno dei classici compiti di un coltello da sopravvivenza è dividere grossi pezzi di legna per ricavarne di piccolo. Questo è necessario quando ad esempio vogliamo fare un fuoco e la legna piccolo è bagnata, oppure per ricavare pezzi di legno con cui poi realizzare utensili. Il Mangusta sembra nato per questo, la sua lama da 5 mm di spessore penetra e allarga le fibre del legno senza difficoltà, la struttura solida e massiccia del coltello nel suo insieme non da preoccupazioni di sorta, spacco una decina di pezzi come questi















Un altro classico compito: realizzare dei trucioli. Questo è un compito utile per l’accensione di un fuoco da campo, i trucioli se sono sottili e asciutti prendono fuoco molto facilmente. Io non sono il migliore del mondo in questa tecnica, comunque il Mangusta risolve brillantemente la situazione












Il giorno successivo è piovoso e freddo, ho il tempo di prendere un po’ di foto dettagliate della lama per vedere se I lavori del giorno prima hanno lasciato traccia sul filo. Non ci sono danni, ad esclusione di due piccolissime piegature del filo dove ho impattato con una roccia




Porto il Mangusta in un bosco e lo uso per tagliare un ramo del diametro di circa 6 cm, usando un altro ramo per fare batoning. Uso la stessa tecnica per abbattere un alberello, ne ho bisogno per realizzare una lancia di emergenza, come farei se mi trovassi in una situazione di sopravvivenza lungo una costa marina. Forse sono io, o forse sono semplicemente sfortunato, ma in un’ora non ho visto neanche una preda degna di questo nome, ad esempio un polpo (sarebbe meglio cercarlo di notte); comunque questo è l’uso che farei della lancia che ho realizzato...e va bene, cerchiamo un cibo di emergenza più semplice da individuare



















La parte successiva del viaggio è dedicate alla parte sud dell’isola, che è molto diversa dal nord. Qui abbiamo avuto sia tempo soleggiato che non...



Faccio una comparativa tra il Mangusta ed uno dei migliori coltelli che ho, il Lemminkainen, sempre disegnato da me e realizzato dal maker finlandese S. Honkilahtti


























Il Lemminkainen ha migliori doti di taglio. Non dico che il Mangusta non tagli bene e che non sia possibile fare lavori come questo senza problemi, tutt’altro. E’ solo che il Lemminkainen è il miglior “cutter” che abbia provato, è difficile batterlo. La realizzazione di trucioli con il Mangusta mi lascia soddisfatto. Come ho già detto non sono il migliore del mondo in questo compito, ma il Mangusta è buono a sufficienza da farmi fare dei bei trucioli. Proviamo anche la barretta di ferrocerio, bene, il Mangusta produce molte scintille.

I giorni passano…decidiamo di fare una lunga escursione in una delle parti più remote dell’isola. L’area dove arriviamo dopo alcune ore di cammino è molto bella, siamo completamente soli, e lo saremo per tutto il giorno






















Appendice: ieri siamo andati sul Piave, ed ho provato ancora il Mangusta































Dopo le varie prove, durate 12 giorni, ero curioso di esaminare a fondo il coltello. Non ho mai lavato né riaffilato il Mangusta in questo periodo



























Conclusioni: il Mangusta ha dato prova, a mio parere, di essere un ottimo coltello da sopravvivenza. Lo ho portato ai miei limiti e ne sono soddisfatto; intendo dire che è robusto, affidabile, versatile, compatto, comodo, sicuro, efficiente, ha tutte le qualità che cerco in un coltello da sopravvivenza. In più, ha un livello di finiture e di lavorazioni di altissimo livello, forse non è questa la cosa essenziale, ma certo male non fa. Sulla bellezza o meno del coltello non mi pronuncio, a me piace (io l’ho disegnato), ma questo è un aspetto che risente dei gusti personali di ognuno. A me piacciono molto i coltelli con cui posso intagliare al meglio il legno; il Mangusta non è efficiente in questo come alcuni puukko ad esempio; riducendo lo spessore lama a 4 mm raggiungeremmo il top in questo campo, ma perderemmo un po’ in robustezza…come al solito, si tratta di trovare il giusto compromesso. In conclusione, il Mangusta per me è un eccellente coltello survival, al livello dei migliori da me provati in passato (Bayley, Mitchell, Wood…) in termini di efficienza, e superiore agli stessi in termini di lavorazioni e finiture. Sarei lieto di affidare la mia vita a questo coltello.

Mi scuso per la lunghezza del 3D.


Saluti, Alfredo